Da Il Fatto Quotidiano 12 febbraio 2014
Canale di Panama, trovato accordo preliminare per fare
ripartire i lavori
Dopo un lungo braccio di ferro è stato trovato un accordo
preliminare sugli extracosti da 1,6 miliardi di dollari per i lavori di
ampliamento del Canale di Panama. L’Autorità di gestione dell’opera ha
annunciato l’intesa con il consorzio di imprese guidato da Sacyr e partecipato
al 38% dall’italiana Salini Impregilo. Ma per arrivare alla firma servono
ancora dei giorni, con Zurich – il principale assicuratore dell’opera – che
mantiene un ruolo centrale nella vicenda e con i cantieri da oltre 10mila
persone che ripartiranno a pieno ritmo solo dopo la firma definitiva.
Si va comunque verso quello che gli addetti ai lavori
avevano previsto: le parti erano costrette a un’intesa, a partire dal fatto che
le enormi paratie per le nuove chiuse costruite da Cimolai in base a un vecchio
subappalto Impregilo si trovano in Italia e necessitano di almeno due anni tra
progettazione e costruzione. E stanno vincendo le imprese: l’Acp sta infatti
accettando di partecipare al 50% agli extracosti in attesa che nei prossimi
mesi sulla vicenda si esprima l’arbitrato internazionale di Miami, procedura
che rimarrà attiva anche dopo l’accordo definitivo, nel quale Zurich
rinuncerebbe a un ‘perfomance bond’da 400 milioni per ottenere così, anche
attraverso altre tranche minori, il rifinanziamento di lavori per i quali i
fondi erano terminati.
Questa parte messa sul piatto da Zurich – insieme agli
anticipi versati a suo tempo dall’Acp – viene ricompresa nel 50% a carico delle
imprese, che in questo quadro assicurano di rispettare la consegna entro il
2015 del nuovo Canale, per diventare pienamente operativo dal 2016 con ricavi a
regime di 6 miliardi di dollari all’anno. E la Borsa ha approvato il primo
accordo: Sacyr, che dall’inizio ufficiale della contesa era comunque in
crescita del 3% dopo essere scivolata nei primi giorni di scontro con Panama,
ha chiuso a Madrid in rialzo del 4,7%, Salini Impregilo in aumento dell’1,8% a
4,52 euro.
Tutto bene? Per ora – anche grazie agli interventi del
governi spagnolo e italiano, oltre della Commissione europea “quando l’Europa
parla con una voce sola ottiene risultati”, commenta il vicepresidente Antonio
Tajani – sembrerebbe di sì, ma quello del nuovo Canale rimane un percorso
accidentato, a partire dalle variabili politiche a Panama. Dopo aver annunciato
l’intesa preliminare a margine dell’audizione in Parlamento, il numero uno dell’Autorità
del Canale, Jorge Quijano, in aula ha poi frenato, dicendo di essere sempre
pronto a un ‘piano B’ che non comprenda l’attuale consorzio di imprese.
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