oggi dal blog di Grillo
E' necessario leggere il testo originale e non quello che riportano i giornali
E se domani, alla fine di questa storia, iniziata nel 1861,
funestata dalla partecipazione a due guerre mondiali e a guerre coloniali di
ogni tipo, dalla Libia all'Etiopia. Una storia brutale, la cui memoria non ci
porta a gonfiare il petto, ma ad abbassare la testa. Percorsa da atti
terroristici inauditi per una democrazia assistiti premurosamente dai servizi
deviati(?) dello Stato. Quale Stato? La parola "Stato" di fronte alla
quale ci si alzava in piedi e si salutava la bandiera è diventata un ignobile raccoglitore
di interessi privati gestito dalle maitresse dei partiti. E se domani, quello
che ci ostiniamo a chiamare Italia e che neppure più alle partite della
Nazionale
ci unisce in un sogno, in una speranza, in una qualunque maledetta
cosa che ci spinga a condividere questo territorio che si allunga nel
Mediterraneo, ci apparisse per quello che è diventata, un'arlecchinata di
popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare
insieme? La Bosnia è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua
guerra civile non si sono ancora spenti. E se domani i Veneti, i Friulani, i
Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità
di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore
di novant'anni decide le sorti della Nazione e un imbarazzante venditore
pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di
burocrazia che ti spinge a fuggire all'estero o a suicidarti, senza sovranità
monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche. E se
domani, invece di emigrare all'estero come hanno fatto i giovani laureati e
diplomati a centinaia di migliaia in questi anni o di "delocalizzare"
le imprese a migliaia, qualcuno si stancasse e dicesse "Basta!" con
questa Italia, al Sud come al Nord? Ci sarebbe un effetto domino. Il castello
di carte costruito su infinite leggi e istituzioni chiamato Italia
scomparirebbe. E' ormai chiaro che l'Italia non può essere gestita da Roma da
partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo
negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al
controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far
funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di
macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di
Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi? Se ci
fosse un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera, dell'autonomia
della Sardegna o del congiungimento della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige alla
Francia e all'Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. E se domani...
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