Qualche tempo fa, discutendo con un amico, via e- mail,
circa il porto di Trieste, gli scrissi:
" Il porto è interessante perché è un micro ( o maxi)
cosmo che racchiude in se un grande numero di attività umane, dalle più minute
alle più grandi . Nessun altro complesso industrial-commerciale gli è pari.
Perciò se ne ragiona. Perciò Trieste sta dilapidando un grande patrimonio".
Passò qualche mese e mi capitò tra le mani un romanzo,
L'insurrezione di Trieste, di Leroy Jethro Gibbs. Lo lessi molto velocemente, incalzato dal suo ritmo e
dalla materia del suo contenuto, il malessere organico e fisiologico di
Trieste, che nel suo porto e nel suo mare si rispecchia, ora per navigare verso
orizzonti lontani ora per sprofondare e annegarsi fra mille detriti, portati
dallo scirocco e sbattuti contro i moli o raggrumati in fetide anse della
costa. Trieste, il confine, il porto, la storia , gli intrighi sono i temi dei
quali il romanzo è intessuto, come lo è la vita di questa grama e bellissima
città.
Claudio Boniciolli